martedì 20 gennaio 2009

A Gaza, fare l'amore sotto le bombe


Free Gaza Movement, 18 gennaio 2009


pubblicato su Il Manifesto

Fare l'amore sotto le bombe. Ricordo un amico di Nablous che mi spiegava quanto fosse difficile ritagliarsi un momento di intimità con la propria moglie durante l'occupazione. Una sera mentre se ne stavano teneramente abbracciati un proiettile si era conficcato sulla testiera del letto, ad un palmo dalle loro teste. Di amoreggiare sotto le bombe a Gaza in questi giorni non se parla proprio, e anche il futuro coniugale per le giovani coppie palestinesi si presuppone alquanto difficile, essendo in moltissimi ad avere perso la casa e ora a vivere costretti ammassati nelle scuole dell'UNRWA o stipati con altre 20 persone in un minuscolo appartamento. "Oggi è sabato, stasera a Tel Aviv le giovani coppie vanno a divertirsi nelle discoteche o in spiaggia mentre qui noi non riusciamo neanche a fare l'amore nei nostri letti", mi dice Wissam, che si è sposato a novembre. "Le luci stroboscopiche però ce le abbiamo anche noi" e mi indica una serie di lampi a Sud, segno di bombardamenti in corso. Ragazzi come Wissam, diciannovenne, diventano padri molto precocemente e già arrivati alla mezza età sono nonni, consci che questa è l'unica immortalità per la Palestina. Mentre dall'esterno si vocifera di una tregua, accettata da Hamas e ancora una volta rispedita al mittente da Israele, gli ultimi due giorni hanno evidenziato una impennata di bombardamenti e conseguenti vittime civili, ieri più di 60 uccisi, una decina fuori da una moschea nell'ora della preghiera. Ciò che preoccupa maggiormente i palestinesi è un cessate il fuoco senza una contemporanea riapertura dei valichi di frontiera. Prima ancora che far filtrare i materiali per la ricostruzione servono alimenti, e far fuoriuscire i feriti gravi. Gli ospedali sono al collasso, lungo tutta la Striscia hanno una capienza massima di circa 1500 posti letto, i feriti al momento in cui scrivo sono 5320. Desta inoltre sfiducia nell'opinione pubblica palestinese l'aver affidato il ruolo d'intermediario all'Egitto, leadership notoriamente servile ai voleri d'Israele. "Perché non si è chiesta l'intermediazione di un paese europeo? Per la risoluzione del conflitto fra Israele e Hezbollah fu fondamentale il ruolo della Germania, paese veramente neutrale", mi dice sconsolato Hamza, professore universitario. Questa mattina ancora una volta centrata dai tanks israeliani una scuola dell'ONU, a Beit Lahiya, nord della Striscia di Gaza. 14 feriti e due fratellini di 5 e 7 anni ammazzati, Bilal e Mohammed Al-Ashqar; la loro mamma è sopravvissuta ma ha perso entrambe le gambe. Insieme ad altre migliaia di persone (42mila) si erano rifugiate nella scuole, dopo che Israele aveva intimato l'evacuazione dalle loro case. Ritenevano di essere al sicuro, esattamente come i 43 profughi sterminati il 6 gennaio scorso nel massacro della scuola dell'UNRWA a Jabilia. "Questi due bambini erano innocenti, senza dubbio, così come non c'è dubbio che siano morti", ha dichiarato il capo dell'ONU a Gaza, John Ging, che da giorni instancabilmente continua a denunciare i crimini di guerra compiuti dai soldati israeliani, invano. I generali israeliani si apprestano a dichiarare al mondo "missione compiuta". Sono tornato sulle macerie di Tal el Hawa... la parte ancora in piedi dell'ospedale dato alle fiamme dai soldati ha ripreso a funzionare come pronto soccorso e base logistica per le ambulanze. Dai palazzi seriamente danneggiati continuano a trarre fuori feriti da giorni imprigionati fra le rovine. All'ospedale Shifa è ricoverato un bambino di nome Suhaib Suliman, unico superstite di una famiglia di 25, sterminata. Una ragazzina, Hadil Samony, di familiari ne ha persi 11, quando verrà dimessa, non avrà più nessuno che potrà occuparsi di lei. Scusate, qualcuno è in grado di spiegarmi di che missione si trattava? Dalla punizione collettiva alla strage di massa. Un arabo frustrato di nome Raja Chemayel sul suo blog la definisce così: "Prendete un pezzo di terra, lungo 40 chilometri e largo all'incirca…solamente 5 chilometri. Chiamatelo Gaza. Poi riempitelo con un milione e quattrocentomila abitanti. Dopo di che circondatelo con il mare ad ovest, l'Egitto di Mubarak a sud, Israele a nord e ad est e chiamatela la Terra dei Terroristi. Poi dichiaratele guerra e invadetela con 232 carri armati, 687 blindati, 43 postazioni di lancio per jet da combattimento, 105 elicotteri armati, 221 unità di artiglieria terrestre, 346 mortai, 3 satelliti spia, 64 informatori, 12 spie infiltrate e 8000 truppe. E ora chiamate tutto questo 'Israele che si difende'. Adesso fermatevi per un momento e dichiarate che "eviterete di colpire la popolazione civile" e definitevi l'unica Democrazia in azione. Sarà un miracolo, da qualunque punto di vista, evitare di colpire quei civili oppure sarà semplicemente una menzogna dal momento che nessuno potrebbe evitare di colpirli a meno che non sia un bugiardo!! Chiamate tutto questo, di nuovo, "Israele che si difende". E ora arriva la mia domanda: Che cosa succederebbe se questo invasore si rivelasse un bugiardo?? Che cosa accadrebbe a quei civili disarmati?? Come potrebbe perfino Madre Teresa, o addirittura Topolino, con una tale potenza di fuoco, riuscire ad evitare di colpire quei civili in presenza di una tale equazione/situazione/scenario? Chiamate tutto questo come volete. Israele era perfettamente al corrente della presenza di quelle persone disarmate perché è stato proprio Israele a metterle lì!! E allora chiamatelo genocidio! E' più credibile". A parte una paio di leaders brutalmente assassinati, Hamas non ha risentito di questa offensiva, non ha certo perso in consensi, semmai ne ha guadagnati. Ogni tanto qualcuno dovrebbe ricordarsi che Hamas non è un gruppuscolo di terroristi, e neanche un partito politico, ma un movimento, e in quanto tale non certo neutralizzabile con una pioggia di bombe a grappolo. Quando domando ai palestinesi un loro parere sulle intenzioni reali di questo brutale massacro, molti rispondono essere in funzione delle elezioni israeliani a febbraio. "Fanno propaganda sulle nostre teste, è sempre stato così alla vigilia di ogni elezione". One Head one vote. Netanyahu che solo un mese fa pareva essere il vincitore certo, nei pronostici ora è dato per perdente dinnanzi agli occhi iniettati di sangue di Olmert e Livni. Avigdor Lieberman è leader di Yisrael Beitenu, al momento la quinta forza politica del paese, ma i sondaggi lo danno in forte crescita specie dopo una dichiarazione come questa: "Gaza dovrebbe essere cancellata dalle mappe con una bomba nucleare, come hanno fatto gli Americani con Hiroshima e Nagasaki". Lo scrittore israeliano Abraham Yehoshua ha dichiarato ieri su Haaretz : "uccidiamo i loro bambini oggi per salvarne tanti domani!". Temo che il suo "Viaggio alla fine del millennio" sia terminato a bordo di un carro armato parcheggiato dinnanzi ad un ospedale in fiamme. Voltaire invitata a rispettare qualsiasi opinione, io invito a smetterla di gettare i semi dell'odio, che qui innaffiati di sangue alimentano il germe di un risentimento insanabile.

Restiamo umani.

Vik

Vittorio Arrigoni

Blog: http://guerrillaradio.iobloggo.com
Contatto e donazioni: guerrillaingaza@gmail.com
telefono: 00972(0)59 8378945
siti della missione:
http://www.freegaza.org e www.palsolidarity.org

ps.1: ringrazio coloro che sono sfilati a Roma come Assisi con dei cartelli che incitavano a "restare umani".
ps.2: ringrazio noti e meno noti per essersi spesi in nostra difesa, contro coloro che continuano a minacciarci di morte.

-->

Nessun commento:

Posta un commento

Ricerca personalizzata