lunedì 5 gennaio 2009

Immigrazione


di Emmanuela Cannizzaro www.milanovalencia.wordpress.com
Le proposte su una regolamentazione del traffico immigrati come fosse traffico stradale fanno riflettere su come siamo davvero alla frutta. Anzi su come la frutta stessa sia andata a male dentro il frigo durante la nostra assenza. Un’idea sulle cifre degli sbarcati ce l’abbiamo, nonostante questo governo abbia sbandierato le azioni di contenimento e di esplusione, gli sbarchi aumentano e i centri di accoglienza, che davvero mi pare una bestemmia chiamarli così, straripano di gente che riceverà probabilmente un foglio di via che metterà in tasca e rimarrà a spasso, sotto un ponte, o per cantieri a fare il muratore senza casco e senza protezioni, a trenta euro al giorno come prezzo equo per morire. Da mesi circolano idee nuove in pentola, per trovare una soluzione alla escalation di sbarchi e di clandestini, ma soprattutto si necessita di una regola per trovare un metro di giudizio per determinare la facoltà o meno di restare. Dopo i punti tolti per un divieto di sosta che hanno fatto diminuire le soste vietate, a tal punto che leggevo in piazza Erbe a Padova che il Comune ha incassato nell’ultimo anno sei, dico sei, milioni di euro per sanzioni amministrative, a dimostrazione che i punti contano e che la gente ci pensa due volte prima di parcheggiare dove non possa; dopo il tutor che fluidifica il traffico nelle autostrade e crea colonne serie di macchine che vanno a centotrenta che poi si schiantano al di fuori del tragitto controllato, ecco la proposta geniale: il permesso a punti. I punti si perdono per mancanza di integrazione e per cattiva conoscenza della lingua italiana. Infrazioni, da chi giudicate e su quale metro non è dato di sapere, che porterebbero via via alla perdita del permesso di soggiorno. Gramellini sulla Stampa nell’esprimere la sua perplessità per l’invenzione, si chiede: e se ciò venisse esteso a noi italiani? Quanti di noi potrebbero dire che sono integrati e conoscono bene la lingua italiana? Quanti di noi hanno senso sociale? Quanti non grugniscono in ascensore e quanti lasciano aperto il portone quando vedono arrivare quello del piano di sotto? Quanti di noi non hanno un solo dubbio su come si scriva una parola o su quale sia il passato remoto di cuocere? Ma il ministro Gelmini prevenendo il tutto ha reistituito l’educazione civica, in modo tale da supportare questa Italia claudicante; grazie Ministro. Tutto questo bailamme di punti e bollini da supermercato verrebbe arginato per gli immigrati dalla scelta di sposare un italiano o un’italiana, certo. Ma davvero, quando i matrimoni valgono poco più di niente, l’unico modo per ottenere un diritto senza che nessuno te lo porti via rimane quello di sposarsi? Ho sbagliato a non intuire che il business fosse quello di continuare con la carriera forense. La menzogna ha sempre pagato ottime parcelle. Male che vada il carcere non è la peggiore delle sanzioni, pensa alle strade di Castelvolturno, per avere un’idea dei gironi danteschi. E poi vuoi mettere i punti che si acquistano per buona condotta?
Emmanuela Cannizzaro

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